Acerno Salerno

a cura di Paolo Sgroia

Acerno è un comune a 40 km ad ENE del capoluogo di provincia salerno, a m. 727 sul livello del mare nella valle del Tusciano (monti Picentini). Comune di 72,32 km2 con 3235 abitanti.

Confina con i seguenti comuni: Giffoni Valle Piana, Montecorvino Rovella, Calabritto, Senerchia, Montella, Bagnoli Irpino, Campagna, Olevano Sul Tusciano.
Il territorio è ricco di boschi d'aceri, querce, castagni, noccioli, faggi, lecci, ontani, tigli.
La fauna che alligna in questi luoghi è cospicua ed originale: aquila reale, ghiro, gatto selvatico, lontra e lupo.

Per quanto riguarda il toponimo, le origini sono incerte. Tra le tante ipotesi la più valida storicamente sembra, però, quella secondo cui Acerno derivi da "acero" e, molti sono i consensi, tra cui, quello dello storico Carlo Carucci e quello del Vescovo d'Acerno Mons. Girolamo Olivieri (1525-1539), il quale afferma in una relazione alla Santa Sede: "...si chiama Acerno dalla moltitudine d'aceri".
Fu feudo, per lungo tempo di nobili famiglie, tra le quali quella dei Terrascone, dei De Bernio, degli Acerbo e di Ruggiero di Lauria. Nel 1560 appartiene a Pompeo Colonna ed in seguito passa alla potente famiglia del marchese Mascara.

Acerno sale d'importanza nel medioevo con la condizione di castrum e successivamente col titolo di civitas, riconoscenza che darà maggiori libertà e diritti agli acernesi.
Antica è la sua costituzione in vescovado, la fondò l'Arcivescovo di Salerno Alfano (1058-1085) molto probabilmente tra il 1070 e il 1080 insieme alla Diocesi di Nusco, dopo aver eretto la Diocesi di Sarno il 1066. Il primo vescovo di nome Pisano fu nominato nel 1136; si susseguirono Pietro, che prese parte al Concilio lateranense nel 1179; Manfredo d'Aversa, nominato poi arcivescovo d'Acerenza; Antonio Bonito dei frati minori; Antonio Agellio, teatino, molto dotto.

Acerno perse la sua sede vescovile nel 1818 con la bolla "De Utiliori", e fu affidata in amministrazione perpetua, all'arcivescovo di Salerno.
Durante la seconda guerra mondiale, le forze aeree anglo-americane bombardarono Acerno, la prima volta, il 15 settembre 1943, distruggendo in parte il palazzo vescovile, la chiesa di S. Maria degli Angeli e la chiesa dell'Arciconfraternita dei Morti oltre a numerosi caseggiati.

Un fatto degno di nota, si è verificato nel centro d'Acerno, il 16 settembre 1943.

Cinque soldati tedeschi penetrarono, abusivamente, nel giardino del canonico Carmine Sansone e, mentre erano intenti a raccogliere la frutta dagli alberi, furono freddati con precisione dal fuoco di un fucile, imbracciato dallo stesso sacerdote.

Accorsero, subito, altri Tedeschi e cannoneggiarono la casa del canonico; il sacerdote si salvò calandosi dal balcone con un lenzuolo, mentre la nipote trovò la morte sotto le macerie.

Le opere da visitare sono:
La Cattedrale di San Donato, eretta nel 1444, più volte distrutta e ricostruita, con il suo campanile rastrennato a più ordini, sormontato da cuspide a bulbo; nell'interno si possono ammirare nel Presbiterio, quattro dipinti raffiguranti i quattro Evangelisti, opere del Pallante del 1797.
La chiesa della Madonna delle Grazie, con il suo imponente altare in marmi policromi, con al centro la magnifica effigie della Madonna delle Grazie incoronata.
Sono ancora visibili i resti del castello che appartenne a Ruggiero di Lauria.

Tra i figli illustri sono da ricordare:

  • Pietro Vezzi, filosofo insigne e medico della famosa Scuola Medica Salernitana.
  • Tommaso II, Vescovo di Nocera, nelle Puglie nel 1328.
  • Sichelmanno, inventore di macchine belliche.
  • Giovanni Freda, presidente della Gran Corte.
  • Alfonso Maria Freda, pro-vicario generale: rifiutò più volte il vescovado.
  • Stanislao Freda, ispettore sanitario d'Alessandria d'Egitto, insignito del titolo di "bey".
  • Vitale Luppo, celebre direttore d'orchestra.
  • Giacinto Maselli, insigne letterato e poeta.

L'abate Salvatore Sansone, che rifugiatosi a Parigi, insegnò diritto canonico in quell'università e quando rimpatriò nel 1807 fu eletto ministro del culto a Napoli.

Angelo Andrea Zottoli, sinologo e missionario gesuita, nacque ad Acerno il 1826 e morì a Shanghai il 1902. In Cina dal 1848, vi fondò il primo collegio cattolico. La sua opera fondamentale è il Cursus litteraturae sinicae (5 voll., 1879-82), comprendente la traduzione in latino delle maggiori opere in prosa e poesia della letteratura cinese.

Il patrono d'Acerno è San Donato, Vescovo d'Arezzo, confessore secondo il Martirologio gerominiano, mentre, secondo una Passio leggendaria fu martirizzato nel 362 da Quadraziano, Prefetto di Giuliano l'Apostata: è invocato per piogge in tempo di siccità e per guarigioni di malattie ostinate.
Si festeggia il 7 agosto con le tipiche cerimonie patronali salernitane: luminarie, bancarelle di prodotti tipici locali, processione del santo, musica in piazza ed in chiusura fuochi d'artificio.

La seconda domenica di novembre ha luogo la Sagra della castagna, prodotto trainante dell'economia del paese.
In febbraio si organizza il Carnevale dei Picentini.
Dal dopoguerra in poi, grazie all'ubicazione e all'aria balsamica, Acerno, ha cambiato aspetto. Per accogliere i turisti che scelgono questa località, sono stati costruiti villaggi turistici, centri d'accoglienza e alberghi.
La cittadina fa da base per escursioni ai monti Cervialto (m. 1809), Polveracchio (m. 1790), e Acellica (m. 1657); le cime si raggiungono dopo ore di salutari passeggiate tra luoghi molto spettacolari.

Dal 1990 la Regione Campania ha dichiarato Parco naturale, il massiccio dei Monti Picentini, con al centro l'amena cittadina di Acerno.