Tra thriller politico e dramma umano: su Netflix una miniserie britannica da vedere tutta d’un fiato.
Un eroe di guerra tormentato dal passato si ritrova a dover proteggere proprio chi incarna tutto ciò che disprezza. Nella Londra ferita dalla minaccia del terrorismo, la sicurezza nazionale diventa il campo di battaglia di una guerra silenziosa, fatta di sospetti, inganni e tensioni personali.
Una miniserie in soli sei episodi su Netflix dove nulla è come sembra e ogni scelta può essere fatale. Tra le migliori produzioni televisive britanniche degli ultimi anni, “Bodyguard” è una serie avvincente e ad alta tensione, distribuita a livello globale dalla piattaforma di streaming, dopo il debutto su BBC One nel 2018.
Creata da Jed Mercurio, già autore del celebre “Line of Duty”, e diretta da Thomas Vincent e John Strickland, questa produzione in sei episodi mescola abilmente thriller politico, dramma psicologico e azione adrenalinica, regalando al pubblico un prodotto impeccabile sul piano narrativo e tecnico.
La trama ruota attorno a David Budd (interpretato da Richard Madden), un ex soldato britannico che soffre di disturbo post-traumatico da stress e lavora ora come agente della Protezione Specialistica della Polizia Metropolitana di Londra.
Dopo aver sventato un attacco terroristico su un treno, Budd viene assegnato come guardia del corpo alla Ministra dell’Interno Julia Montague (Keeley Hawes), figura politica ambiziosa e controversa, fautrice di leggi autoritarie in nome della sicurezza nazionale.
Il conflitto è immediato: Budd disprezza le politiche che ha combattuto in guerra, ma è legato a un codice morale che gli impone di proteggerla ad ogni costo. La tensione tra i due evolve in una relazione complessa, mentre il protagonista si ritrova coinvolto in una spirale di cospirazioni, manipolazioni e doppi giochi, in cui la linea tra giusto e sbagliato diventa sempre più sottile.
Richard Madden, nel ruolo di David Budd, offre una performance intensa, che gli è valsa non a caso il Golden Globe come miglior attore in una serie drammatica. Il suo personaggio è profondamente umano: un uomo spezzato, ma ancora determinato a fare la cosa giusta anche se il sistema sembra remargli contro.
Ottima anche Keeley Hawes nel ruolo di Julia Montague, donna di potere ambigua, al tempo stesso carismatica e manipolatrice. I loro dialoghi sono taglienti, le dinamiche cariche di tensione emotiva e politica. Si tratta senza dubbio di uno spettacolo per la tv per gli amanti delle storie con il ritmo serrato, dove le svolte di trama sono sorprendenti ma credibili.
Come si evince già dal trailer su Youtube, la suspense è alta, e non mancano colpi di scena che ribaltano continuamente la prospettiva dello spettatore. La storia affronta inoltre temi di grande attualità: terrorismo, sorveglianza, potere politico e traumi post-bellici.
Si muove dunque su un terreno delicato, ma lo fa con intelligenza e sensibilità, evitando semplificazioni ideologiche e approfondendo il rapporto tra sicurezza e libertà personale. È una riflessione su quanto le persone siano disposte a rinunciare alla propria privacy in nome della protezione, e su quanto il potere possa manipolare la paura per rafforzare il proprio controllo.
“Bodyguard” si attesta così una miniserie potente e coinvolgente, un must per chi ama le storie di spionaggio, politica e tensione psicologica, senza compromessi né retorica.
Analizzando infine l’indice di gradimento sul Web, gli utenti Google hanno apprezzato la serie con una percentuale del 91%, su Rotten Tomatoes sale al 93%, infine su IMDb il punteggio relativo è 8 su 10. Ti sei incuriosito?
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